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Vitamina D, cos'è la “vitamina del sole”?
10 giu 2022

Vitamina D, cos'è la “vitamina del sole”?

La vitamina D, detta anche vitamina del sole, è fondamentale per la salute e il benessere della persona. Prende questo nome perché la produciamo e la sintetizziamo grazie all'azione dei raggi solari. Bastano, infatti, tra i 10 e i 20 minuti di esposizione solare al giorno, senza protezione solare, per fare il pieno giornaliero di questo prezioso nutriente.

La vitamina D è importante soprattutto per il sistema immunitario e la salute delle ossa.

Vitamina D: Cosa succede se è bassa?

Una carenza di vitamina D porta numerosi problemi. Nei bambini, ad esempio, rachitismo ed osteoporosi. Negli adulti, invece, un deficit può comportare malattie cardiovascolari, patologie neurologiche come sclerosi multipla, patologie metaboliche come il diabete mellito e malattie gastrointestinali.

In casi gravi, in cui la carenza è protratta si possono rilevare i seguenti disturbi: neurologici e neuromuscolari, come contrazioni muscolari involontarie, difficoltà di concentrazione e confusione mentale, debolezza e stanchezza non giustificate, ansia e disturbi del sonno.

I sintomi che segnalano la carenza di vitamina D purtroppo non sono evidenti, per questo motivo, spesso non vengono diagnosticati tempestivamente.

Tuttavia, quando la vitamina D è bassa, i sintomi possibili comprendono:

  • dolore alle ossa e alle articolazioni,

  • dolori e debolezza muscolari,

  • fragilità ossea e maggiore propensione alle fratture, anche in seguito a traumi modesti.

Gli anziani vengono colpiti maggiormente dalla carenza di questa vitamina, anche per la loro minore esposizione al sole.

Un altro modo per assimilare questa sostanza è attraverso l’alimentazione, anche se per la maggior parte le concentrazioni sono basse e non bastano al fabbisogno giornaliero.
I cibi contenenti maggiori quantità di vitamina D sono:

  • pesci grassi, come salmone, tonno, aringa, sgombro, sardine, merluzzo, trota ecc.;

  • fegato di animali e olio di fegato di pesce;

  • latte e yogurt interi;

  • burro e formaggi grassi;

  • uova;

  • funghi.

Ad aumentare il rischio di carenza di vitamina D contribuiscono diversi fattori, tra cui: alcol, allattamento al seno, fumo di sigaretta, obesità, morbo di Crohn, insufficienza renale.

Esistono anche integratori che aiutano ad assimilare questo prezioso nutriente ma la loro assunzione deve essere comunque supervisionata da un esperto.

È importante ricordare che anche un'assunzione elevata di vitamina D può dare luogo a fenomeni di tossicità, tra le conseguenze rientrano: contrazioni e spasmi muscolari, vomito, mal di testa, perdita dell’appetito, confusione.